Il malato diventa segno di Gesù sofferente per la nostra salvezza; facendogli visita può rinnovarsi davvero l’incontro personale con Cristo

di monsignor Paolo MARTINELLI
Vescovo ausiliare

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Il nostro corpo, che San Giovanni Paolo II chiamava «sacramento della persona», spesso ha bisogno di cure; si ammala. L’infermità rappresenta una condizione umana, al contempo, ovvia e drammatica. Ovvia: perché il corpo “si ammala”. Drammatica: giacché è il singolo a domandarsi: «Perché proprio a me?». La malattia ci costringe a fare i conti con i nostri limiti; è l’irrompere del reale nel nostro immaginario. Il dolore innocente, poi, disarma la nostra ragione.

Che cosa chiede un ammalato? Di guarire, di poter durare ancora, di essere restituito agli affetti. Per questo il bisogno di salute porta sempre con sé il desiderio di salvezza.

Nella Bibbia troviamo tanti riferimenti a persone sofferenti, da Giobbe ai numerosi infermi che Gesù incontra, ascolta e risana amorevolmente. Il Signore riserva uno spazio del tutto speciale agli ammalati; la visita degli infermi appare come elemento fondamentale dell’essere cristiano. Quanti santi e istituti di vita consacrata hanno messo al centro della loro spiritualità la cura dei malati! Tuttavia Gesù non solo guarisce dalle malattie e perdona; egli stesso, l’innocente, si fa “paziente” (Christus Patiens) fino alla croce, per infonderci la speranza di un senso anche alla sofferenza.

Da questa consapevolezza sorge il visitare gli ammalati come opera di misericordia. San Giacomo ci parla dei presbiteri che fanno visita agli ammalati portando il sacramento dell’Unzione che unisce intimamente la vita dell’infermo a Cristo (Gc 5,14-15). Per il rapporto che Gesù ha voluto con queste persone, la visita agli ammalati acquista un profondo senso “sacramentale”; l’infermo diventa segno di Gesù sofferente per la nostra salvezza; facendo visita a un ammalato può rinnovarsi davvero l’incontro personale con Cristo.

Quanto è importante incontrare i malati, soprattutto aiutare i giovani a prendere contatto con gli anziati e gli infermi! In questo modo si impara la tenerezza di Cristo. Soprattutto è importante oggi aiutare le famiglie perché siano, come Chiesa domestica, luoghi in cui il malato e l’anziano possano sentirsi affermati nella loro inalienabile dignità fino alla fine.