Due le strade maestre: favorire il discernimento della volontà di Dio da parte di ogni persona e aiutare ciascuno ad agire secondo giustizia

di monsignor Pierantonio TREMOLADA
Vescovo ausiliare

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La prima opera di misericordia spirituale si fa carico dell’esperienza del dubbio, del disorientamento, dell’incertezza, ma anche del desiderio di comprendere e della onesta ricerca del bene. Essa apre alla gioia di riconoscere il sentiero della vita: «Benedico il Signore che mi ha dato consiglio – recita il Salmo 16 – anche di notte il mio cuore mi istruisce… Tu mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra».

Dare consiglio è davvero un’opera di carità: significa aiutare gli altri a camminare nella giusta direzione, a compiere le scelte giuste, a rendersi conto che si sta sbagliando, a conoscere meglio se stessi, a leggere con verità le situazioni, a decidere secondo coscienza, a valutare le situazioni nella logica del Vangelo.

Sono due le strade maestre del consigliare, cioè gli obiettivi che si prefigge quest’opera di misericordia spirituale: favorire il discernimento della volontà di Dio da parte di ogni persona e aiutare ciascuno ad agire secondo giustizia. È questo certo un modo per prendersi cura degli altri dal punto di vista della loro libertà e della loro coscienza. È rispondere alla domanda che ritroviamo posta a Gesù nei Vangeli e a successivamente agli apostoli: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna? (cfr Mt 19) e «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?» (At 2,47). Consigliare è offrire una risposta onesta, amorevole e autorevole a questa domanda che attraversa i tempi. La condizione per esercitare l’opera misericordiosa del consigliare è quella di crescere in sapienza, entrando – per usare le parole del nostro Arcivescovo nella Lettera pastorale di quest’ anno – nel pensiero di Cristo.

Grazie all’opera dello Spirito Santo, la mente e il cuore di ognuno diventano capaci di condividere il sentire di Gesù, il suo modo di leggere la realtà, di valutarla e di assumerla. Le parole che provengono dal cuore e dalla mente visitati dalla grazia risultano allora cariche di verità e di carità. Diventano per chi le ascolta un dono prezioso, perché irradiano una luce amabile capace di rischiarare il sentiero della vita e di svelare i segreti del cuore.