L’ospitalità diviene un gesto sacro perché nella visita del forestiero è simboleggiato Dio stesso che chiede di abitare tra noi

di monsignor Paolo MARTINELLI
Vescovo ausiliare

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La quarta opera di misericordia corporale chiede di ospitare il forestiero. Sappiamo la straordinaria attualità di questa opera! Il fenomeno epocale delle migrazioni ci porta ad avere a che fare con migliaia persone che chiedono di essere accolti, dovendo fuggire da condizioni disperate.

Da dove nasce questa apertura all’altro – profugo, pellegrino o straniero – raccomandata dalla spiritualità ebraico-cristiana? Quest’opera di misericordia non costituisce un apriori astratto, ma scaturisce da una precisa coscienza storica; in Israele l’ospitalità amorosa per il forestiero ha un carattere di memoriale; esprime la memoria per la propria condizione passata. Anche Israele infatti è stato forestiero: «Amate dunque il forestiero, perché anche voi foste forestieri nella terra d’Egitto» (Dt 10,19). Il forestiero ha davvero bisogno di essere accolto e trattato con amore; Dio stesso lo ama (Dt 10,18).

Anche in quest’opera di misericordia, l’accoglienza dilata il bisogno di essere ospitati verso il desiderio dell’incontro con il divino mistero. Infatti l’ospitalità diviene un gesto sacro perché nella visita del forestiero è simboleggiato Dio stesso che chiede di abitare tra noi. Questo accade già ad Abramo che accoglie i tre misteriosi personaggi alle Querce di Mamre (Gn 18). Gesù stesso si fa migrante: la famiglia di Nazareth deve fuggire in Egitto per proteggere la vita del Salvatore (Mt 2,13-14); molte volte nella sua missione itinerante il Signore viene accolto e ospitato. Fino a farsi misterioso compagno dei discepoli di Emmaus (Lc 24) che lo ospiteranno per pochi istanti: giusto il tempo per riconoscerlo allo «spezzare il pane».

Poiché Gesù stesso si è fatto forestiero, l’altro che accogliamo diventa così simbolo reale dell’Altro, di Dio. È il Signore stesso che viene a visitarci nel pellegrino. Per questo tutta la grande tradizione spirituale, in particolare monastica (cfr per esempio la Regola di San Benedetto) ha compreso l’ospitalità al forestiero come “sacramento” dell’incontro con Cristo. Chi, infatti, non vorrebbe avere come ospite nella propria casa Gesù stesso?