Il gesto non solo devozionale di papa Francesco, che il cardinale Scola e i suoi Vicari compiranno domenica 13 dicembre nelle chiese giubilari della Diocesi, è il raggiungimento della mèta di un profondo cammino spirituale, articolato in diverse tappe
di Mario DELPINI
Vicario generale
Con queste parole papa Francesco annuncia l’inizio dell’Anno Santo: «Nella festa dell’Immacolata Concezione avrò la gioia di aprire la Porta Santa. Sarà in questa occasione una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza».
La Porta Santa
L’immagine della “porta” è un’immagine molto efficace: Dio Padre apre la porta del cuore alla misericordia e all’amore. Ogni uomo può varcare quella soglia ed entrare nel cuore del Padre Misericordioso per essere «misericordiosi come il Padre». È «segno efficace» della nuova evangelizzazione.
Proprio a partire dall’efficacia di questo segno papa Francesco stabilisce «che in ogni chiesa particolare, nella Cattedrale che è la Chiesa Madre di tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia».
A Milano la Porta Santa del Duomo sarà aperta dal cardinale Scola domenica 13 dicembre, alle 17.30, prima della celebrazione eucaristica vespertina che l’Arcivescovo presiederà nella quinta domenica dell’Avvento ambrosiano.
Il cammino verso la Porta Santa
Varcare la Porta Santa non può essere un gesto devozionale formale. E non potrà essere finalizzato solo ad acquistare l’indulgenza del Giubileo. È un segno dinamico: la Porta Santa è come la mèta di un profondo cammino spirituale di affidamento al Padre della misericordia e di conversione del cuore per essere «misericordiosi come il Padre».
Alla Porta Santa della Misericordia si arriva mediante un altro segno: il pellegrinaggio. Scrive il Papa: «La vita è un pellegrinaggio e l’essere umano è viator, un pellegrino che percorre la strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio». Si tratta evidentemente di un pellegrinaggio spirituale, prima che itinerante. Aggiunge il Papa: «Il pellegrinaggio, quindi, sia stimolo alla conversione: attraverso la Porta Santa ci lasceremo abbracciare dalla Misericordia di Dio e ci impegneremo ad essere misericordiosi con gli altri come il Padre lo è con noi».
Il pellegrinaggio dell’Anno Santo ha diverse «tappe».
La tappa penitenziale
Il vero pellegrinaggio dell’Anno Santo incomincia nel cuore di ogni cristiano e di ogni uomo: è il cammino per la conversione del cuore alla misericordia. Occorre coltivare l’esigenza di aprire il cuore alla misericordia di Dio, di riconoscere il peccato e i peccati della nostra vita e rinnovare il cammino di conversione del cuore al bene e alla misericordia.
La tappa sacramentale
Il pellegrinaggio penitenziale porta al Sacramento del perdono. Infatti la contemplazione della misericordia del Padre e la decisione per la conversione del cuore, trovano il loro vertice nella celebrazione del Sacramento della Misericordia: è Cristo Risorto, vivente e in cammino con noi, che attraverso la Chiesa ci dona lo Spirito per la remissione dei peccati.
La tappa giubilare
Il vertice del pellegrinaggio dell’Anno Santo è la tappa giubilare: quella di varcare la Porta Santa della Misericordia di una chiesa giubilare con il dono dell’Indulgenza del Giubileo. È un cammino di fede, di preghiera, di contemplazione e di gratitudine per la Misericordia del Padre. Le Chiese giubilari aiuteranno a vivere con intensità e raccoglimento l’ingresso nella Porta Santa.
La tappa della testimonianza
Ma varcare la Porta del Cuore misericordioso di Dio significa innanzitutto «fare l’esperienza di aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali… È mio vivo desiderio che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle opere di misericordia corporale e spirituale». È la tappa della testimonianza dell’amore misericordioso, che apre il cuore alle dimensioni più ricche e feconde della vita cristiana.