Circa 2500 persone hanno partecipato alla cerimonia di apertura della Porta Santa a Lecco. Il Vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla: «La felicità per l'apertura di questa Porta si trasformi in conversione che contagia»
L’Anno della Misericordia ha preso ufficialmente avvio anche nella città di Lecco con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Nicolò, affollata fino all’inverosimile, tanto che non è riuscita a contenere tutti i fedeli che hanno seguito la cerimonia assiepati anche sul sagrato e sulle scalinate della Basilica (circa 2400/2500 fedeli), nonostante le rigide norme di sicurezza. Presenti tutte le autorità civili e militari della città e della provincia.
Alle 18 il Vicario episcopale monsignor Maurizio Rolla ha dato avvio alla solenne celebrazione varcando la Porta della Misericordia; dopo di lui il diacono Armando Comini, i concelebranti (monsignor Franco Cecchin, monsignor Angelo Brizzolari, don Paolo Maria Ventura, don Filippo Dotti, don Celeste Dalle Donne, don Bruno Tremolada, don Carlo Turrini, padre Luigi Boccardi, don Adriano Bertocchi, don Giuseppe Brivio, don Luigi Vergani) e un rappresentante per ogni associazione, movimento, gruppo, religiosi, oratorio, ammalati, consiglio pastorale, Caritas… L’animazione liturgica è stata condotta in maniera eccellente dai membri dei cori parrocchiali della città e dai numerosi chierichetti lecchesi e del Decanato.
«L’apertura di questa Porta Santa con questa bellissima cerimonia – ha detto monsignor Rolla nell’omelia – diventi simbolo dell’accoglienza di tutto il popolo di Dio nella Chiesa cattolica, che si apre anche verso chi è freddo o non interessato. Non dimentichiamoci che questa Porta per qualcuno sarà la sua carrozzina perché non riesce a camminare o la sua flebo se è a letto malato. Cominciamo a vivere dentro questa Misericordia, diventando capaci di piegare la nostra arroganza e la nostra prepotenza, mettendoci al servizio degli altri, portandoli dentro questa Misericordia». Il Vicario episcopale ha poi lanciato l’invito a convertirsi: «Questo è un verbo caratteristico del credente, ci si converte da un cristianesimo brutto e imbroglione a uno libero, aperto e umile. Cambiare per convertirsi, varcare la Porta Santa per restituire giustizia e gioia. La felicità per l’apertura di questa Porta si trasformi in conversione che contagia».