Un’occasione di preghiera, riflessione e incontro con la comunità locale.«Ciascuno di voi – ha detto Padre Giuseppe Mariani rivolgendosi ai ragazzi di Fede e Luce – è una basilica in cui vive Gesù. Il Signore è presente in ognuno e ne riconosce la bellezza»

di A.G.

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Gioia piena per chi viveva il suo pellegrinaggio, una testimonianza per chi ha assistito alla Messa. Le comunità “Fede e Luce” di Rho e Pontelambro (Como) hanno vissuto domenica 28 febbraio il loro Giubileo alla Porta Santa del Santuario dell’Addolorata di Rho. Un’occasione di preghiera, riflessione e incontro con la comunità locale che ha partecipato alla celebrazione delle 11.
Fede e Luce è un movimento nato davanti alla grotta di Lourdes nel 1971, grazie all’iniziativa di Jean Vanier e Marie-Hélène Mathieu. La comunità di Pontelambro è nata 35 anni fa, quella di Rho nel 1987 e quindi festeggerà i suoi primi trent’anni nel 2017. I gruppi sono composti da persone con handicap mentale, genitori e amici, che insieme vivono momenti di incontro, dialogo, preghiera e festa.
Il 17 aprile vivremo il Giubileo con tutte le comunità lombarde a Sotto il Monte (Bergamo), ma abbiamo voluto prepararci celebrando con semplicità l’incontro con la misericordia del Padre nel Santuario che ci è tanto caro.
Padre Giuseppe Mariani, degli Oblati Missionari, ci ha accolto con tenerezza, cogliendo subito il dono rappresentato dalla presenza dei nostri ragazzi.
«Ciascuno di voi – ha detto loro, ricordando un aneddoto della storia di don Tonino Bello – è una basilica in cui vive Gesù. Il Signore è presente in ognuno e ne riconosce la bellezza». Ci ha raccontato il miracolo del quadro dell’Addolorata, la storia della nascita del santuario e di padre Giorgio Maria Martinelli fondatore degli Oblati.
Seguendo l’itinerario breve del Giubileo ci ha condotto alla Santa Messa, durante la quale ha sottolineato più volte la nostra presenza come «testimonianza delle opere di misericordia che possiamo compiere». Il suo messaggio deve avere toccato i cuori, perché al termine della celebrazione alcune persone si sono fatte avanti chiedendo di saperne di più sul nostro movimento.
Padre Giuseppe ci ha infine guidato al quadro dell’Addolorata, che abbiamo potuto vedere da vicino: anche chi fa più fatica a camminare ha voluto raggiungerlo, attraverso la scala, attratto dalla forza della scena della deposizione dalla croce.
«Ecco – ha detto il religioso – i vostri ragazzi, in questo dipinto, sono Gesù. Maria rappresenta mamme, papà e tutti gli amici». Una lettura che anni fa ci proponeva un nostro assistente spirituale internazionale: segno che chi è toccato dall’incontro con la fragilità sa davvero guardare con il cuore.
Insieme abbiamo pregato per papa Francesco e per tutti i desideri che abbiamo portato davanti alla Madonna. Ai padri, a padre Giuseppe in particolare, va un immenso grazie. Ha reso speciale e gioiosa una giornata che la pioggia, fuori, rendeva cupa. E ha dato speranza a tutte le famiglie riunite per questo Giubileo.

Nel box a lato, la preghiera letta al termine della celebrazione, per spiegare ai fedeli chi siamo e chiedere l’intercessione dell’Addolorata.