Durante il Giubileo il Santuario dedicato al Beato è stato finora visitato da un centinaio di pellegrinaggi, per un totale di 10 mila fedeli. «E pensare che tanti ignoravano la sua esistenza...», commenta il rettore don Maurizio Rivolta
Il Santuario del beato don Carlo Gnocchi di Milano – chiesa giubilare – è meta quotidiana di pellegrinaggi in quest’Anno Santo della Misericordia fortemente voluto da Papa Francesco. A fine maggio si contano circa un centinaio di pellegrinaggi ed eventi organizzati, per una partecipazione complessiva che sfiora i 10 mila fedeli, a cui si aggiungono quelli che accedono di continuo singolarmente.
«La nostra è una Porta Santa sempre aperta e accoglie tutti coloro che vengono qui, in qualunque momento – sottolinea don Maurizio Rivolta, rettore del Santuario -. C’è stato un ottimo inizio, il 13 dicembre 2015, al momento dell’apertura della Porta Santa, con la presenza di seicento persone e un clima di grande commozione e devozione. Per quanto riguarda questi primi mesi dell’anno, sono molto contento per come stanno procedendo le cose. Da un punto di vista quantitativo, sono stati numerosi i gruppi che hanno celebrato al Santuario diversi momenti giubilari, con successiva visita al vicino museo del beato don Gnocchi, attraverso pellegrinaggi, ritiri, confessioni, incontri, Sante Messe: fra loro alpini, parrocchie della città e della diocesi, gruppi di anziani e di giovani, bambini e ragazzi delle scuole, gruppi associativi, Centri della Fondazione Don Gnocchi, comunità straniere e tanti gruppi minori e singoli. Possiamo dire che qualche migliaio di persone ha fatto il proprio ingresso nel Santuario e lo ha apprezzato come ambiente di preghiera. E pensare che tanti non sapevano nemmeno che esistesse…».
Don Maurizio insiste però sul punto di vista qualitativo del Giubileo e va ben al di là dei numeri: «Qui ti accorgi che la gente apprezza sì la bellezza e la funzionalità del luogo, ma vuole andare ben oltre. Senti dalle persone il desiderio di vivere secondo lo spirito più profondo del Giubileo della Misericordia. Tanti vogliono davvero compiere un salto di qualità nella loro vita cristiana, desiderano rilanciare un rapporto sincero con il Signore e noi li aiutiamo in questo: tutti i giovedì c’è qui al Santuario un confessore straordinario e vediamo che per molti significa riprendere un cammino di fede, con l’evidente proposito di aprire il cuore, attraverso la riscoperta del sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia, proprio qui, dove riposano le spoglie mortali di don Gnocchi».
La chiesa giubilare rappresenta dunque uno dei luoghi dove è possibile ottenere l’indulgenza plenaria, ma – come ha scritto l’anno scorso l’arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nella lettera pastorale Educarsi al pensiero di Cristo, l’Anno Santo della Misericordia rappresenta una grande occasione di conversione della nostra “mentalità”, cioè di genesi dell’uomo nuovo: «Papa Francesco – dice il Cardinale – ci ricorda che “la Chiesa ha la missione di annunciare la misericordia di Dio, cuore pulsante del Vangelo, che per mezzo suo deve raggiungere il cuore e la mente di ogni persona”».
Rinnovamento spirituale e conversione. Gli stessi punti su cui riflette il rettore del Santuario di don Carlo: «È proprio così. La Misericordia nasce anzitutto dal desiderio di rimettere a posto i rapporti gli altri e perfino con se stessi, dalla volontà di aprire una vita nuova improntata sui valori del messaggio cristiano. Qui da noi davvero tanti si commuovono, riflettono, trovano nuovi stimoli e vediamo piccoli percorsi di conversione. Ci sono poi pellegrinaggi del tutto speciali, come quello di un ex-allievo, mutilatino di don Gnocchi, oggi ottantenne, arrivato da Roma tempo fa. Ci ha raccontato che nel 1950 era presente all’inaugurazione del Collegio “S. Maria della Pace” nella capitale, alla presenza di don Carlo e del presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Ha continuato a ripetermi emozionato che “don Gnocchi era tanto buono, un grande uomo” e prima di far vedere a sua moglie il Duomo di Milano ha voluto venire qui al Santuario, a rendere un commosso omaggio a don Gnocchi».
Tanti gruppi e singoli vogliono conoscere più a fondo la figura del papà dei mutilatini come straordinario testimone di carità e rimangono davvero entusiasti nell’apprendere la sua storia, in buona parte a loro sconosciuta o quasi: «Al di là delle vicende più note della sua esistenza – aggiunge don Maurizio –, a me piace sottolineare che don Gnocchi si è occupato degli orfani con la sensibilità di chi era rimasto orfano di padre e fratelli in tenera età e ne aveva subìto il dolore. Don Carlo è comunque la figura attorno a cui ruotano tutti i pellegrinaggi giubilari: partiamo infatti dalla vecchia cappella del vicino Centro “S. Maria Nascente” con una serie di riflessioni, poi, passando per il museo dedicato a don Gnocchi, arriviamo al Santuario, che per tantissimi rappresenta una scoperta, con l’opportunità di rendere omaggio e raccogliersi in preghiera davanti alle sue spoglie mortali. E’ bello vedere l’espressione commossa dei fedeli quando parli loro di don Carlo, in guerra e non solo, del sacerdote che si è occupato di pregare per i morti, del promotore di una grande opera di Misericordia, non solo organizzatore materiale di assistenza, ma autore di opere di Misericordia spirituale. Quando evidenzi la sua figura di padre spirituale, di uomo che ha speso per gli altri la sua vita, le persone rimangono davvero colpite nel profondo».
E l’eco di don Gnocchi è arrivata davvero lontano, se si pensa che gli hanno reso omaggio anche la comunità cristiana cinese e filippina di Milano: «Sì – conclude don Maurizio -. Sul suo altare un sacerdote ha celebrato la Santa Messa in cinese e alla fine ci hanno regalato una Bibbia in lingua cinese e italiana. Erano emozionati anche loro, a testimonianza del fatto che don Carlo è davvero una figura universale…».