Alla vigilia della festa di Tutti i Santi il Giubileo dei ragazzi nella Basilica di Sant’Ambrogio, con passaggio della Porta Santa, possibilità di confessarsi e opera di carità a favore del Refettorio Ambrosiano. Don Samuele Marelli: «Una testimonianza forte e alternativa a proposte spesso banali»

di Pino NARDI

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«Un’esperienza di questo tipo in una sera così può parlare anche ad altri e dire che nella vita, rispetto al vivere della massa, c’è sempre un’alternativa che può risultare affascinante». Don Samuele Marelli, responsabile del Servizio per i ragazzi, gli adolescenti e l’oratorio e direttore della Fom, riflette sul valore della testimonianza che oltre 2 mila adolescenti offriranno non solo ai propri coetanei nella serata di lunedì 31 ottobre a Milano, in occasione della Notte dei Santi. C’è chi andrà per le strade con le zucche di Halloween e chi, come questi ragazzi, a scoprire tracce di santità.

Don Marelli, cosa vuol dire per un adolescente ricercare tracce di santità?
Vuol dire fare due passaggi. Il primo è comprendere che la santità ancora oggi è possibile e quindi non è semplicemente un retaggio del passato, ma è una proposta molto attuale: una santità anche nell’oggi, per ciascuno di noi, proprio perché assume colori e forme molto diversi nella storia. Il secondo passaggio è quello secondo cui la santità può essere desiderabile e deve essere in qualche modo desiderata, perché non è semplicemente un’aderenza etica al Vangelo, ma è il motivo e l’esito più profondi della gioia.

L’incontro nella Notte dei Santi è anche l’evento giubilare per gli adolescenti con le confessioni e il passaggio dalla Porta Santa. Come vivono i ragazzi la misericordia?
Questa Notte dei Santi si inserisce nel Giubileo della Misericordia. Il momento particolare sarà quello riservato alla possibilità di ricevere anche il sacramento della Riconciliazione. La misericordia è legata alla santità, perché il santo è colui che ha fatto esperienza così profonda della misericordia di Dio da diventare per i fratelli lui stesso il volto e il segno della misericordia del Padre.

Al termine ci sarà la raccolta fondi per un’opera di carità. Cosa vuol dire invitare questi ragazzi a dare un contributo per il Refettorio Ambrosiano?
La carità è una forma particolare, un altro nome della misericordia. Vorremmo far capire ai ragazzi che da una parte loro sono continuamente oggetto della misericordia di Dio e dei fratelli, ma dall’altra anche loro devono in qualche modo diventare misericordia per qualcuno e la carità è certamente una modalità molto concreta per esserlo. Abbiamo scelto il Refettorio Ambrosiano proprio perché incarna una delle sette opere di misericordia (dar da mangiare agli affamati) più immediatamente evidenti per i ragazzi di questa età.

La serata di lunedì è particolare, perché altri ragazzi saranno impegnati a “festeggiare” Halloween. Quale testimonianza offrono invece i 2 mila adolescenti che sceglieranno di passare la serata del 31 in modo diverso?
Una serata così non si colloca contro nulla, ma in alternativa. Vorremmo dire che davvero il Vangelo propone un’alternativa forte, bella, significativa rispetto a un po’ di appiattimento che oggi può sviluppare la vita, che non viene dal male, ma molto spesso viene dalla banalità e dalla mancanza di profondità.