L’Arciprete monsignor Borgonovo: «Lo si comprende dalle numerose richieste di confessioni, dalla maggiore consapevolezza nella preghiera e dalla più nutrita presenza alle celebrazioni eucaristiche feriali»
di Annamaria BRACCINI
«È molto difficile formulare una stima quantitativa delle persone che dal 13 dicembre scorso hanno oltrepassato la soglia della Porta Santa del Duomo. Sarebbe certo impreciso, per ora, dare dei numeri, non avendo approntato strumenti di misurazione specifica», premette monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete della Cattedrale, che poi aggiunge: «In ogni caso, per il Duomo, occorre far riferimento anche all’elemento sicurezza».
Tuttavia è visibile e evidente che, specie nei giorni di festa, ci sono file di persone che attendono, sul sagrato e in piazza, di entrare attraverso la Porta Santa…
Questo è vero, ma i necessari controlli gravano molto sull’affluenza dei pellegrini, rendendo più problematico offrire una valutazione rispetto ad altre Porte Sante. Siamo impegnati a coordinare tutti gli ingressi, che sono comunque molto numerosi. Quindi non credo che l’elemento visivo possa essere un utile metro di stima. Semmai ritengo che vi siano altri indicatori sensibili e determinanti, come l’oggettiva maggiore presenza di fedeli in Cattedrale, sicuramente dovuta all’Anno della Misericordia.
Quali sono questi elementi?
Anzitutto il fatto che tutti i turni delle Confessione, dalla mattina alle 7 fino alla sera alle 18, risentono di un afflusso particolarmente rilevante di penitenti che si accostano al Sacramento della Riconciliazione. I confratelli mi dicono che si tratta di persone che vogliono davvero vivere la Confessione con molta serietà e in vista di un’autentica conversione del cuore e dei comportamenti. Tuttavia questo significa anche che, da parte di questi fedeli, vi sono attese molto alte, alle quali i confessori non possono rispondere.
Vi è qualche iniziativa del Duomo specificamente pensata per il periodo giubilare?
No, non per ora, anche perché si è scelto per esempio di proseguire nell’offerta già proposta negli anni scorsi per il periodo quaresimale. Abbiamo, però, attività legate al tempo del Giubileo come la promozione di itinerari di arte e fede pensati per mettere a disposizione dei pellegrini uno strumento di lettura artistica e, nello stesso tempo, credente dell’intera iconografia presente in Cattedrale.
Qual è la sensazione personale dell’Arciprete che trascorre molte ore del giorno in Cattedrale?
La mia impressione, peraltro condivisa dai sacerdoti del Capitolo metropolitano, è che il messaggio che il Papa ha voluto comunicare indicendo il Giubileo sia passato tra la gente e sia stato compreso. Basta guardare i Confessionali in un giorno qualsiasi della settimana, come ho già detto. Inoltre, noto una consapevolezza maggiore nella preghiera e una più nutrita presenza alle celebrazioni eucaristiche feriali. Segni belli che trovano in Duomo – la casa di tutti i milanesi e gli ambrosiani -, uno spazio privilegiato per il tesoro di bellezza e di fede che, nella storia, ha rappresentato la Cattedrale e che sta a noi, oggi, portare avanti. Eredi di una tradizione cristiana che l’Anno della Misericordia ci può permettere di vivere al meglio.