Alle 21 la Veglia di preghiera in Basilica, a cui sono invitate tutte le società sportive. Previsto il passaggio dalla Porta Santa
di don Alessio ALBERTINI
Consulente Ecclesiastico Nazionale Csi
Anche per il mondo dello sport quest’anno si inserisce nel grande tempo della misericordia voluto da Papa Francesco. L’8 dicembre si è aperto ufficialmente il Giubileo straordinario della Misericordia. Il motivo di questo evento è stato papa Francesco stesso a spiegarlo: «Perché questo è il tempo della misericordia», «favorevole per curare le ferite», bisogna «non stancarci di incontrare quanti sono in attesa di vedere e toccare con mano i segni della vicinanza di Dio» e «offrire a tutti la via del perdono e della riconciliazione». Dunque, un’occasione da non perdere, perché «questo è il tempo della misericordia. È importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali», e quindi anche nello sport.
Poichè non ci sarà un momento giubilare a Roma dedicato agli sportivi, vogliamo vivere questa opportunità in Diocesi con il nostro Arcivescovo. Tutte le società sportive (presidenti, dirigenti e allenatori) sono quindi invitate nella Basilica di Sant’Ambrogio, lunedì 22 febbraio, alle 21, per vivere il Giubileo degli Sportivi con il cardinale Angelo Scola. La serata avrà il carattere di una Veglia di preghiera e la parola dell’Arcivescovo guiderà a cogliere l’importanza della misericordia anche nel campo dello sport. Insieme, poi, varcheremo la Porta Santa della Basilica di Sant’Ambrogio.
Di quanta misericordia ha bisogno oggi il mondo dello sport! Ma soprattutto di quante persone misericordiose. Dirigenti, allenatori e responsabili che sappiano coniugare passione e fedeltà con un amore profondo e solido, gratuito e ostinato, fedele anche quando si sente tradito. Come l’amore ostinato del Crocifisso, che noi abbiamo rifiutato mentre Lui non ha rifiutato noi. È bello incontrare persone che vivono così il loro impegno nello sport.
La misericordia è anche un amore che si fa carico, come l’amore del Samaritano che fece tutto il possibile per aiutare il ferito. La misericordia non è un semplice sentimento di compassione, ma amore concreto e fattivo: non è il semplice sentimento a qualificare la profondità della misericordia, ma l’intensità dell’opera. È bello trovare persone, nelle nostre società sportive, che parlano poco e si sporcano le mani.
La misericordia è anche rivolta a tutti. Nessuno può essere escluso dalla misericordia. Al centro ci sono gli ultimi, gli «scarti» e gli «avanzi» della società, quelli di cui nessuno si occupa perché ritenuti di poco valore. Il Vangelo ci avverte che Dio non solo perdona chi ritorna, ma addirittura si muove per primo e cerca chi è ancora lontano. È bello sapere che le nostre squadre aprono le porte a tutti… ma proprio a tutti.
Gesù nel Vangelo ricorda che ai misericordiosi è promessa la misericordia. Così la misericordia diventa il criterio di giudizio del nostro operare: solo se si è misericordiosi si ottiene misericordia.