Al via il Giubileo dei reparti e delle filiali della Fondazione di Cesano Boscone, rappresentato da un busto di figura umana in ceramica che domenica sarà presentato a monsignor Martinelli e poi farà tappa nelle diverse sedi

Domenica 31 gennaio, in occasione della festa liturgica della Sacra Famiglia, comincia il Giubileo dei reparti e delle filiali della Fondazione Sacra Famiglia, la struttura di Cesano Boscone scelta dall’arcivescovo Angelo Scola come sede di Porta Santa. Il simbolo dell’iniziativa è una statua realizzata nei laboratori di terapia occupazionale dagli ospiti con disabilità della Fondazione. L’opera, un busto di figura umana in ceramica con quattro mani, rappresenta la misericordia. «Una misericordia da non lesinare, ma da donare a quattro mani, proprio come quelle poste sulla statua», spiega fra’ Giuseppe Tironi, rettore dei frati cappuccini della Sacra Famiglia.

La scultura farà tappa in trenta diverse sedi della Fondazione, tra le filiali di Lombardia, Piemonte e Liguria e i reparti presenti a Cesano Boscone. In ognuno dei centri, delle residenze e delle succursali della Fondazione la statua stazionerà per una settimana. Il viaggio partirà dalla chiesa situata all’interno dell’istituto.

«Domenica 31 gennaio presenteremo la statua al vescovo ausiliare monsignor Paolo Martinelli, che sarà con noi per la celebrazione eucaristica – aggiunge fra’ Giuseppe Tironi -. Dal 7 febbraio la scultura sarà spostata al reparto Santa Maria Bambina, che ospita minori con disabilità. L’opera girerà fino al 20 novembre. In ogni centro gli ospiti creeranno oggetti che saranno lasciati sulle mani della statua. Alla fine faremo una mostra con tutti questi oggetti».

La statua è stata realizzata in collaborazione con Attilio Tono, docente della Nuova accademia delle belle arti, e con Maria Sticco, ceramista dei laboratori della Sacra Famiglia; il disegno, invece, è del designer Alessandro Guerriero, che già collabora con la Fondazione in altri progetti che coinvolgono gli ospiti. «La scultura vuole sottolineare la dimensione del dono – spiega Guerriero -. Ecco il perché di quelle quattro mani. Su ognuno degli arti ci sarà un oggetto e questo significa che ci sarà sempre qualcosa di diverso da ricevere in dono».