Al Museo diocesano illustrato l’Anno Santo in Diocesi. L'Arcivescovo: «La misericordia tocca il cuore di ogni uomo». Presentata l'icona ambrosiana, la “Madonna della Misericordia” di Antonio da Fabriano
di Annamaria BRACCINI
«Il Papa, per l’incremento enorme degli impegni dell’Anno della Misericordia, ha deciso di sospendere le Visite pastorali in Italia e, quindi, non sarà a Milano il prossimo 7 maggio, ma verrà da noi in una data non ancora specificata del 2017». Ad annunciarlo – in contemporanea con la Sala stampa vaticana – è lo stesso cardinale Scola, presso il Museo Diocesano, durante la conferenza stampa in cui si presentano le modalità di svolgimento dell’Anno Santo in Diocesi di Milano.
Certo la notizia, comunicata all’Arcivescovo due giorni fa dal Sostituto Segretario di Stato monsignor Angelo Becciu, crea un po’ di scompiglio tra i giornalisti, ma è sempre il Cardinale ad aggiungere subito: «Si mantiene, comunque, la data del 22 ottobre 2016 per il Pellegrinaggio diocesano già fissato, scelta decisa per testimoniare dell’attaccamento della Chiesa di Ambrogio a Roma».
Il pensiero torna al significato del Giubileo – sono presenti rappresentanti di chiese e luoghi giubilari – sul quale Scola aveva riflettuto poco prima: «È un Anno che ci aiuta a capire che la mano tenera della misericordia di Dio compie sempre la giustizia, qualunque sia la situazione storica che stiamo attraversando. Ma questo richiede cambiamento perché, come dice San Paolo, è sempre l’iniziativa amante di un Altro che mi attrae e mi piega a Lui. Volgendomi io, con tutte le mie forze, verso questa presenza amorosa, comprendo e sento il mio male e il mio peccato e posso chiedere così il perdono».
Questo appunto, al di là dei dati e delle cifre, il senso vero di ciò che la Diocesi si appresta a vivere da domenica prossima, quando, in Duomo e nelle altre otto chiese giubilari, verranno aperte le Porte Sante. L’appello è a chi comunicherà gli eventi, agli operatori del mass media: «C’è una concezione per cui si pensa che, sui giornali, non si possa parlare di alcuni temi, come per esempio la Trinità. Aiutateci, in un momento di grande prova come questo, a far passare l’idea profonda di una misericordia che tocca il cuore di ogni uomo, perché questo Dio ci ama così tanto da ottenere il miracolo della nostra libertà, che si impegna a riconoscere il peccato e invoca il perdono».
Un’offerta di significato per l’esistenza rivolta a tutti, come sottolinea l’Arcivescovo: «Questa straordinaria possibilità non è solo per i cristiani – ricordiamo che nella nostra grande Chiesa i battezzati sono più di cinque milioni e mezzo di persone e che il battesimo non si toglie mai, anche se tanti hanno un poco perso “la strada di casa” -, ma è conveniente per gli uomini delle religioni e anche per chi dice di non poter credere. Stiamo vivendo non un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca e, dunque, accedere a questo tempo con l’aiuto dello sguardo amante di Dio, in un tentativo comune di comprendere il presente, come abbiamo tentato di proporre con l’iniziativa dei Dialoghi di Vita Buona, si fa invito a compiere questo gesto, ognuno, naturalmente, con le proprie modalità. È un’occasione straordinaria di crescita anche per la società civile». Come dimostra la scelta del Portale del Duomo quale Porta Santa, il primo a sinistra nella facciata sul lato nord della Cattedrale, che si deve allo scultore ebreo Arrigo Minerbi, a cui era stata commissionata direttamente dal beato cardinale Schuster nel 1937. Vennero poi le Leggi razziali, Minerbì si rifugiò in un Istituto religioso romano, tornò a Milano dopo la guerra e finalmente portò a termine la sua monumentale opera in bronzo nel 1948. «Anche questa scelta è un segno bello nella Milano meticcia», scandisce l’Arcivescovo.
«La caratteristica di questo Giubileo straordinario è di essere celebrato nelle Chiese locali e non solo a Roma. Il Papa ha molto insistito su questo, dando lui stesso il segno dell’apertura della Porta Santa a Bangui, in Centrafrica – osserva da parte sua don Giuseppe Marelli, delegato arcivescovile per il Giubileo -. Saranno 9 le Porte Sante e 59 le chiese penitenziali, per un Giubileo straordinario che, per la prima volta, sarà celebrato, come nelle altre Diocesi, naturalmente anche nella nostra Chiesa ambrosiana. Le chiese giubilari e penitenziali ci fanno capire che l’Anno del Giubileo non è un tempo in cui si compiono alcuni gesti, magari simbolici. È qualcosa di più: si vive il Giubileo solo in un cammino di conversione del cuore verso la misericordia di Dio di cui la Porta Santa è emblema. Il pellegrinaggio non può essere un insieme di passi, o peggio un fatto turistico, ma è un itinerario spirituale costituito di tappe, da quella penitenziale alla sacramentale, alla giubilare, per cui, varcando la Porta, ci si immerge nel cuore di Dio portando nel cuore la ricchezza di Grazia. E, infine, c’è il passo della testimonianza, che passa attraverso le opere di misericordia, spirituali e corporali. L’Anno Santo della Misericordia deve essere come il filo rosso che unisce tutto questo cammino nella nostra Chiesa, a partire dai tre Piani pastorali dedicati alla Comunità educante, alla famiglia come soggetto di pastorale e alla riforma del clero. Senza dimenticare le visite pastorali col riferimento ai quattro pilastri della Comunità Cristiana. E tutto al fine di comunicare la speranza».
In conclusione, il direttore del Museo Diocesano Paolo Biscottini presenta la splendida Madonna della Misericordia di Antonio da Fabriano. Dipinto a olio su tavola, risalente al 1470, sita normalmente nella sede dell’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori (ente fondatore dell’Università Cattolica), è stata prestata al polo museale e fa bella mostra di sé nel corridoio centrale. È l’icona ambrosiana del Giubileo: con il manto di una Madonna dolce e pensosa che si apre a proteggere, da sempre, il mondo.