Promosso da “Nonni 2.0” in collaborazione con il Servizio per la Famiglia e la Pastorale dei Migranti, con passaggio della Porta Santa e celebrazione presieduta da monsignor Bressan. Giuseppe Zola, vicepresidente di “Nonni 2.0”: «Abbiamo ancora molto da dire alla società»

di Annamaria BRACCINI

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Nonni orgogliosi. Non solo, come è ovvio, dei loro nipoti, ma anche di loro stessi e del ruolo che, sempre più spesso, svolgono in famiglia e nella società. Cambiano i tempi, i rapporti tra le generazioni, la vita media si allunga e così la vivacità di tanti anziani si traduce in un vero e proprio impegno. Ma a un patto: non essere considerati unicamente baby sitters (per quanto utili). Per questo è nata anche un’associazione, “Nonni 2.0” – il nome già dice molto della voglia di essere al passo col presente, accettando le sfide del futuro – che, sorta a Milano, si sta già ampliando ad altre regioni. Così questi nonni hanno deciso anche di celebrare il loro Giubileo, promosso in collaborazione con il Servizio per la Famiglia e l’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti, oltrepassando la Porta Santa di Sant’Ambrogio. L’appuntamento è per le 18 di lunedì 16 maggio, nell’atrio di Ansperto della Basilica, dove si svolgerà la preghiera introduttiva; poi l’entrata attraverso la Porta e, alle 18.30, la celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale.

Perché questa scelta? Lo chiediamo all’avvocato Giuseppe Zola, nonno orgoglioso di sei nipoti dai 6 anni ai 17 anni, tra i fondatori e vicepresidente di “Nonni 2.0”, che spiega: «Papa Francesco, fin dall’inizio del suo Pontificato, ha spesso fatto riferimento ai nonni come portatori di una ricchezza umana e cristiana, capace di trasmettere conoscenza della vita e tradizioni, insomma, una risorsa per tutti. Lo stesso documento post-sinodale Amoris Laetitia dedica attenzione ai nonni e il cardinale Scola, nella sua Lettera pastorale Educarsi al pensiero di Cristo, sottolinea la centralità dell’educazione che noi possiamo offrire ai nipoti. Tutto questo ci ha portato, due anni fa, a creare l’Associazione.

Quali sono le linee di fondo con cui intendete operare?
Spesso si parla degli anziani come un peso nella e per la società, soprattutto dal punto di vista assistenziale. Tuttavia, c’è tutta una realtà di persone che hanno già raggiunto una certa età, ma che ancora vogliono e possono vivere con entusiasmo e vitalità l’esistenza quotidiana, comunicando agli altri il senso della storia, del passato, e l’esperienza nell’affrontare le circostanze positive e quelle difficili, che non mancano mai.

Non a caso, l’Arcivescovo evidenzia che, pur non sostituendosi in nulla ai genitori, i nonni hanno una capacità particolare di insegnare ai più giovani il modo di affrontare il dolore, le difficoltà, la fedeltà degli affetti…
Esattamente. Questo significa riconoscere che abbiamo ancora molto da dire alla società, con una funzione attiva, ricordando agli smemorati di oggi che nella vita, in ciascuna vita, c’è una storia da cui partire e ripartire. E allora, perché non compiere un gesto pubblico importante come il Giubileo per chiedere al Signore la forza di proseguire in un compito che riteniamo cruciale? Così vivremo il passaggio della Porta Santa insieme, nonni, genitori e nipoti. Chiunque è benvenuto.

Avete promosso eventi e dialoghi – uno molto affollato in Arcivescovado all’inizio dell’anno -, ma svolgete anche un’attività formativa?
Sì, abbiamo già organizzato, con scadenza praticamente mensile, incontri dedicati alle sfide educative odierne, come la problematica del gender o la finzione sociale dei nonni, anche di carattere statistico che hanno evidenziato la crescente rilevanza quantitativa della nostra presenza, visto il gelo demografico che si registra in Europa e soprattutto in Italia. Il 21 maggio, in collaborazione con la Zona Tre di Milano, avrà luogo un confronto sul futuro dei nostri nipoti, il lavoro, la vivibilità della metropoli.

Come a dire, appunto, non solo baby sitters, tanto che gli iscritti a “Nonni 2.0” (www.nonniduepuntozero.eu) sono già cinquecento e mille coloro che tra mailing list e facebook sono raggiunti dalle iniziative.