I suggestivi itinerari penitenziali che si snodano lungo il Quadriportico e conducono alla Porta Santa del Santuario

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Molteplici i momenti significativi e preziosi che hanno reso “vivo” e fonte di grazia il Santuario di San Pietro a Seveso dall’apertura del Giubileo della Misericordia fino a oggi. Impressionante l’afflusso dei pellegrini che hanno compiuto con devozione il percorso penitenziale dalla Cappella interna del Centro Pastorale e lungo il maestoso quadriportico che invita al raccoglimento, proponendo alla riflessione quattordici “stazioni” che narrano il sacrificio dei nuovi martiri, testimoni di Cristo oggi nel mondo. Le loro viae crucis hanno condotto efficacemente alla Porta Santa e introdotto nel tempio che custodisce il luogo dell’uccisione di San Pietro da Verona, il falcastro e una reliquia del suo assassino, convertito dal perdono del Martire e ora beato.

Il percorso è perciò davvero provocatorio e salutare per chiunque lo comprenda e, alla fine, conduce al confessionale, testimone discreto di una continua affluenza di penitenti, molto significativa nel periodo pre-natalizio, in Quaresima, in occasione della Pasqua, delle prime Comunioni e delle Cresime, e che continua. Nei giorni feriali sono soprattutto singoli, coppie di sposi o di amici. Sono giunti anche gruppi familiari, parrocchiali e di varie associazioni, quasi sempre accompagnati dal sacerdote. Domenica 17 aprile 26 croci hanno varcato la Porta Santa provenienti dalle parrocchie del Decanato di Seveso-Seregno, con oltre un migliaio di fedeli giunti a piedi. L’Unitalsi ha promosso il Giubileo dei malati, mentre domenica 29 maggio è stato il turno di 300 scouts. Un grande e meraviglioso impegno per l’accoglienza da parte dei sacerdoti confessori, del Rettore don Alberto Lolli e di don Cesare Corbetta, delegato della Commissione diocesana per il Giubileo della Misericordia.

La festa patronale di Calendimaggio è stata un momento particolarmente importante perché la solenne liturgia è stata presieduta da monsignor Antoine Audo, Vescovo di Aleppo e testimone “diretto” della persecuzione e del martirio dei cristiani in Siria, con molti sacerdoti concelebranti. Il Santuario, ornato con particolarissima cura e stracolmo di fedeli, ha udito da lui parole indimenticabili durante l’omelia e la testimonianza, rilasciata alla fine, relativa alla tragedia del suo popolo («che continua a svolgersi nell’indifferenza della comunità internazionale») ma, soprattutto, alla fede che lo sostiene – «malgrado la diaspora di 7 milioni di persone» – insieme all’aiuto delle Chiese delle varie nazioni. Così, dall’ascolto i fedeli sono passati al gesto generoso di solidarietà e un gruppo di mamme di Seveso ha venduto alle porte del Santuario tanti gustosi biscotti, da loro stesse preparati a forma di “falcastro”, insieme ad altri oggetti religiosi per aiutare e sostenere i cristiani della Siria.

Per questa occasione è stata anche allestita la mostra “I volti della Misericordia”, a cura di padre Antonio Sangalli O.C.D., con altre quattro mostre fotografiche su varie tematiche.

Nella solennità di Pentecoste il Santuario ha vissuto «l’ebbrezza dello Spirito» – che esalta l’identità dei singoli fedeli e promuove la comunione e l’unità -, con la solenne celebrazione della Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo e San Basilio: il rito bizantino-ucraino, presieduto da don Martino e concelebrato da don Alberto, don Cesare e don Gianpaolo, ha affascinato i presenti per la bellezza delle preghiere liturgiche, rivolte ripetutamente alla Santissima Trinità e alla Madonna, molto venerata in Oriente, e dai canti in lingua ucraina.

Molto frequentati e seguiti con vivo interesse sono stati gli incontri mensili di catechesi tenuti da don Alberto, dal titolo: «Nessuno ha mai visto Dio. La misericordia di Dio, narrata da Gesù».

Si è pure valorizzata l’Ora di adorazione eucaristica per la vita concepita, ogni primo sabato del mese, arricchendola con testi di riflessione sulla Misericordia preparati da don Cesare che la presiede.