Come “illuminare” l’itinerario pastorale nell’Anno Santo straordinario, relativamente al percorso penitenziale e sacramentale, alla testimonianza della misericordia e al pellegrinaggio alle Porte Sante

di don Pino MARELLI
Delegato arcivescovile

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«Ci sono momenti nei quali, in modo ancor più forte, siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla Misericordia, per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre»: questa convinzione ha guidato papa Francesco nel chiamare tutta la Chiesa a vivere l’Anno Santo della Misericordia.

La prospettiva “locale”

Papa Francesco vuole sottolineare con forza che l’Anno Santo della Misericordia non si vive soltanto con il pellegrinaggio a Roma e l’ingresso nella Porta Santa della Basilica di San Pietro e delle altre Basiliche papali. L’Anno Santo va celebrato e vissuto in ogni Xhiesa particolare. In questo senso ha autorizzato l’apertura di Porte Sante nelle Cattedrali di tutto il mondo: «Stabilisco che in ogni chiesa particolare, nella cattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia. Ogni chiesa particolare quindi sarà direttamente coinvolta a vivere questo Anno Santo come un momento straordinario di grazia e di rinnovamento spirituale».

Il cammino dell’Anno Santo e la grazia del Giubileo va quindi vissuto e celebrato innanzitutto nelle nostre comunità diocesane e parrocchiali.

Le indicazioni dell’Arcivescovo

Questo cammino giubilare non si aggiunge e non accantona i molteplici cammini pastorali già in atto. Al contrario li valorizza e li arricchisce. Il nostro Arcivescovo, parlando al Consiglio pastorale diocesano svoltosi in novembre su questo tema, ha suggerito questa immagine: il Giubileo sia come un «filo rosso, che tiene insieme tutte le espressioni della vita in atto nelle nostre comunità e a livello diocesano». In particolare l’Arcivescovo ha fatto riferimento alla visita pastorale che si svolge in tutti i Decanati, invitando a viverla come un aiuto importante offerto a tutte le comunità parrocchiali.

Le comunità pastorali e le parrocchie

Le comunità pastorali e le parrocchie sono quindi chiamate a illuminare il cammino pastorale dell’anno nella grazia del Giubileo della Misericordia. Alcune indicazioni.

La Parrocchia: luogo del pellegrinaggio penitenziale. Il pellegrinaggio del Giubileo inizia con il pellegrinaggio penitenziale, nella conversione del cuore. È un pellegrinaggio che viene deciso nel segreto della coscienza e consiste nell’accogliere la grazia che invita alla conversione del cuore e della vita. Questo primo pellegrinaggio è di decisiva importanza perché rende autentico il pellegrinaggio alla Porta Santa della Misericordia per la grazia del Giubileo. Ogni parrocchia quindi si sentirà chiamata a offrire itinerari penitenziali per la conversione del cuore, soprattutto nel tempo liturgico della Quaresima. Il Papa raccomanda momenti ed esperienze di preghiera, la predicazione straordinaria, alcune testimonianze per il rinnovamento della vita.

La Parrocchia: luogo del pellegrinaggio sacramentale. Il cammino penitenziale, nella vita cristiana, ha come vertice il sacramento della Riconciliazione. È il momento sacramentale. Il cammino penitenziale non resta chiuso in se stesso: si apre all’incontro con Cristo Risorto nel sacramento del perdono. Cristo, infatti, mediante il dono dello Spirito Santo, purifica il cuore e rinnova la vita nell’amore e nella misericordia. In ogni Zona pastorale ci sono parecchie chiese penitenziali con particolare disponibilità di confessori lungo l’arco della giornata. Ma anche in ogni chiesa parrocchiale è bene che vengano esposti gli orari precisi in cui i sacerdoti sono presenti per il sacramento del Perdono. È un servizio pastorale da offrire con fedeltà, in un clima di preghiera e di ascolto della Parola di Dio.

La Parrocchia: luogo della testimonianza della Misericordia. Il pellegrinaggio verso il cuore misericordioso del Padre, il varcare la Porta Santa della Misericordia, dona e chiede di tornare nella vita quotidiana «misericordiosi come il Padre». È il cammino della testimonianza. Anche questo è un pellegrinaggio dentro il cammino del Giubileo della Misericordia. Ed è un pellegrinaggio molto importante, che va vissuto nelle nostre case, tra le nostre case e nelle nostre realtà comunitarie. È un pellegrinaggio che trova stimolo e sostegno innanzitutto nella comunità parrocchiale. In ogni parrocchia, non si parte da zero! Quante testimonianze di misericordia nelle nostre comunità! Vanno valorizzate, possono essere intensificate, a volte chiedono rinnovamento. L’Anno Santo della Misericordia è un invito a compiere tutto questo. Ma soprattutto è un invito a fare in modo che l’Eucaristia di ogni domenica sia arricchimento del cuore per vivere con generosità le opere di misericordia nelle relazioni quotidiane, nelle case, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nello sport, nella società.

La Parrocchia e il pellegrinaggio alla Porta Santa. A questo punto il pellegrinaggio alla Porta Santa della Misericordia e l’acquisto della grazia del Giubileo può assumere la caratteristica di un evento comunitario, preparato insieme e vissuto insieme da tutta una comunità parrocchiale. La presenza di Porte Sante nella Cattedrale e in una chiesa di ogni Zona pastorale, permette di organizzare con frutto, con spirito di preghiera, con ricchezza di grazia, anche il pellegrinaggio per l’acquisto del Giubileo nell’entrare per la Porta Santa, nella professione di fede, nella preghiera per il Papa e con la conferma di vivere «misericordiosi come il Padre», mediante le opere di misericordia. Il cammino del Giubileo è indubbiamente un dono di grazia per le nostre comunità. Ma nel medesimo tempo offre alle comunità stesse un efficace stimolo al rinnovamento nella Carità e nella Misericordia.